Coldiretti: anche per coloro che vivono nei campi il peso dell’indigenza è elevato: vi sono infatti 2,7 milioni di persone in stato di povertà ma non solo, l’anno 2017 è statè un disastro per la produzione del miele

di Danilo Melandri

I dati sulla povertà assoluta pubblicato da Istat lo scorso anno sono stati commentati anche da Coldiretti: “La punta dell’iceberg della situazione di disagio in Italia sono i 2,7 milioni di persone che nel 2017 sono stati costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare,oltre la metà dei 5 milioni che si trovano in povertà assoluta”. “Si tratta di persone – prosegue l’Associazione – che hanno beneficiato degli aiuti alimentari attraverso l’accesso alle mense dei poveri o molto più frequentemente con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri; per vergogna, infatti, pensionati, disoccupati, famiglie con bambini prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il

consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli”.

Secondo Coldiretti, sono appena 114mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a

fronte di 2,55 milioni che invece hanno accettato l’aiuto dei pacchi di cibo sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 200mila anziani sopra i 65 anni e circa 100mila sono coloro che si dichiarano “Senza fissa dimora”.

            A proposito della povertà generalizzata nel settore dell’agricoltura, la  Coldiretti, entrando nei settori della produzione dell’anno in corso che è stato caratterizzato anche da una temperatura torrida, fa un preciso riferimento alla coltivazione del miele, un alimento, questo, che nelle regioni di maggior produzione – tipo il Piemonte – ha avuto un calo di ben il 70%

Miele, la produzione in Piemonte ha avuto un calo del 70%

Il clima bizzarro ha messo in crisi anche l’apicoltura. L’anno 2017 – segnala la Coldiretti regionale – sarà un anno da dimenticare per la produzione di miele, con il raccolto ai minimi storici e in alcuni territori quasi allo zero. Le condizioni climatiche hanno danneggiato, in particolare, l’acacia che dà il miele più richiesto dal mercato nazionale

In totale l’Italia conta 45.000 apicoltori, di cui quasi 20.000 quelli che lo fanno non per diletto e autoconsumo, ma per immettere miele e prodotti apistici sul mercato. L’apicoltura rappresenta un settore importante per l’agricoltura, con 1,2 milioni di alveari, un valore stimato di 150-170 milioni di euro. Situazione che si rispecchia in Piemonte dove le gelate avvenute tra il 18 e 21 aprile scorsi hanno compromesso notevolmente la fioritura dell’acacia e la siccità estiva ha di fatto annullato la produzione della melata, un miele estivo che viene commercializzato come melata di bosco. Si salvano parzialmente le produzioni di inizio stagione quali il ciliegio ed il tarassaco la cui fioritura, però, è stata poi fermata dal gelo.

Registriamo per l’annata in corso una riduzione addirittura del 70 per cento – evidenziano Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale –. Le condizioni climatiche hanno danneggiato, in particolare, l’acacia che è il miele più richiesto dal mercato nazionale. Discrete le produzioni di castagno e fioriture di montagna come millefiori di alta montagna e rododendro, ma non sufficienti a salvare una stagione davvero critica”. Il perdurare della siccità, oltretutto, mette a rischio la fioritura autunnale dell’edera che è importante per preparare l’alveare ad affrontare l’inverno.

Tale sconvolgimento climatico, oltretutto, sta mettendo a rischio la sopravvivenza delle api alle quali viene meno il nettare dei fiori e, soprattutto, il polline creando, così, problematiche alle colture ed alle specie vegetali selvatiche che vengono proprio impollinate da questi insetti – spiegano Revelli e Rivarossa -. Un danno, quindi, non solo agli apicoltori, ma anche all’ambiente. Chiediamo, dunque, alla Regione di prevedere misure idonee e contributi per sopperire alle perdite reddituali degli imprenditori fortemente danneggiati. Inoltre, poiché il miele sugli scaffali scarseggerà e si ricorrerà all’importazione – concludono – invitiamo i consumatori a prestare attenzione all’etichetta, visto che l’indicazione d’origine è obbligatoria per il miele, al fine di non incorrere in frodi. Il consiglio è quello, quindi, di acquistare il miele italiano, privilegiando la vendita diretta e la rete dei mercati di Campagna Amica”.

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