Infermieri morti per Covid-19 : molti nelle strutture per anziani, altri nelle “Emergenze” o in “Area Critica”, oppure liberi professionisti.

25 novembre 2020

di Danilo Melandri

              Sin da marzo scorso, il  ‘Coronavirus’ mise in ginocchio il Paese per la sua ‘prima volta’. Anche oggi,  noi tutti ne stiamo risentendo (o pagando) le conseguenze; chi più chi meno. Gli operatori sanitari, medici e infermieri, sono stati tra le categorie più colpite dagli effetti della pandemia.

Sinora i contagi in questi lavoratori sfiorano la soglia dei 30.000, ovvero il 12% di tutti i casi dall’inizio del Covid. Purtroppo, ad essere lunga, non è solo la lista dei contagiati, ma anche quella che elenca – e continua ad elencare, giorno dopo giorno- i nomi degli operatori deceduti nel corso della pandemia.
Le statistiche riguardanti i decessi dei camici bianchi sono varie e spesso riportano dati diversi. Alcune affermano che i medici morti per Covid-19, in tutt’Italia, alla data odierna, siano attorno ai duecentoventi. Altre presumono siano stati 150, di cui 60 i morti di una fascia d’età tra i 32-69 anni; 24 quelli in una fascia più alta e sono 16 i morti in età avanzata. Per la federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri, i morti stimati sinora sono all’incirca 170, di cui la maggiorf parte si concentra in regioni del nord, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. Altre statistiche, come quelle dai quotidiani locali scrivono che i medici scomparsi per il Covid sono circa 160 e una cinquantina di infermieri. La differenza dei numeri molto dipende dalle date delle rilevazioni. Per quanto riguarda gli infermieri, anche quest’elenco, purtroppo è in continuo aggiornamento. Sulla carta risultano 48 i decessi a causa del virus, tra i quali anche alcuni suicidi
                 C’è pure da considerare che con l’elenco dei medici deceduti non ci si riferisce solamente a coloro che hanno operato in prima linea, ma anche a tutti quei medici pensionati che hanno operato come volontari  e  che si sono ammalati pur non essendo fissi in ospedale.

Molte delle morti tra gli operatori sanitari, forse,  potrebbero essere anche dovute alla scarsa efficacia dei  dispositivi di protezione che erano stati forniti  nel primo periodo di allerta per il virus. Il Sistema Sanitario Nazionale italiano, già in profonda crisi prima dell’emergenza pandemica soprattutto per la carenza di organici da dedicare all’assistenza, è stato sottoposto a una prova di forza che ha superato grazie alla volontà, alla professionalità e al lavoro delle risorse umane che lo compongono.

I professionisti sanitari, infermieri, medici, e il personale socio-sanitario, per settimane sono stati al centro dell’opinione pubblica, a tratti anche elevati ad “eroi” in quanto in prima linea sul fronte dell’emergenza sanitaria che ha travolto il Paese, pur avendo svolto in realtà il lavoro che caratterizza la loro professione e il loro impegno deontologico-morale. Studiando i deceduti per fascia d’età e sesso, per meglio configurare il profilo degli infermieri deceduti per Covid-19, si osserva che gli infermieri di sesso maschile superano, seppur di poco, le colleghe infermiere. La caratterizzazione per genere è, questa volta, indipendente dalla fascia d’età: nella fascia 40-49 anni sono maggiori le donne, nella successiva fascia 50-59 anni prevalgono gli uomini e nelle successive due fasce si assiste ancora ad un’alternanza.

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