Neve o non neve? Evviva la Libertà! Ma tutti i 50.000 morti di quest’anno, già dimenticati?

24 novembre 2020

di Andrea Nemiz

Nell’effervescente dibattito di questi giorni sulla stampa in relazione ai pericoli di contagio dal Covid 19, un velato si! per le ipotesi di vacanze sulla neve, e un altrettanto velato no! per evitare pericoli da assembramenti. Tutto ciò ci sembra eccesivo. Forse assordante. Non sta a noi entrare nel merito delle tesi di coloro che – ciascuno per la propria parte – si  adagiano sulle due opposte ragioni: una legata alla “economia” delle località sciistiche (peraltro pure giusta), o un’altra legata alla “voglia di libertà” che c’è in tanti fra noi dopo il primo terrore che il virus ci ha urlato il virus in testa (altra considerazione da non ignorare).

Ciascuna delle due parti, però, dovrebbe fare appello a ragionevolezza e buon senso. Ognuno di noi, per ciò che lo riguarda, ha certo le sue ragioni ma, scelte e decisioni spettano solo a chi ha il compito di governare il Paese in questa tragedia che tutti ci sta sconvolgendo.

Con il nostro notiziario, invece, vorremmo chiedere rispetto e ammirazione per tutti quegli operatori sanitari che, dal mese di marzo in poi, si sono battuti (e in tanti hanno letteralmente perso la vita) nella lotta contro il Corona virus. Non serve, quindi, dover assistere a dibattiti vacanzieri. E ciò perché gli operatori sanitari negli ospedali, pur vistosamente sotto numero, tutti si sono impegnati nei loro compiti, dal più modesto dei portantini, barellieri, infermieri, tecnici, analisti, medici, chirurghi – assieme a, ben inteso, VOLONTARI di ogni ordine e grado. Dalla Croce Rossa e a tante Onlus.

Con i loro sentimenti di dovere, o di sensibilità umanitaria, tutti si sono “rimboccati le maniche per dare una mano” a salvare la vita a chi e caduto – o solo si è accosttato – attorno a questo nemico che non risparmia nessuno.

Nell’articolo che segue, un difficile tentativo – e purtroppo provvisorio – di  riassumere i numeri che via via appaiono in rete su chi ha lasciato ‘per sempre’ la propria famiglia in uno strenuo impagabile impegno altruistico. Lavorando sino allo spasimo nelle nostre insufficienti, seppur preparate, strutture sanitarie. Gravide di un passato difficilmente colmabile in tempi brevi.  Ed è da qui che la nostra organizzazione politica, tutta unita – come dal monito del Presidente Mattarella – deve dare un suo forte contributo.

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