Arte contemporanea a Roma nel ‘Quartiere Africano’: Stefano e Valerio Scarapazzi nella “IkiGai Art Gallery” diretta da Alessia Ferraro

di Maria Vittoria Cocozza

Le opere di questi due autori, cugini in linea di sangue, mostrano come la loro diversa creatività scorra libera in personalità differenti. Stefano adotta uno stile più intimo ed evocativo, fatto di correlazioni oggettuali, in cui la realtà è riprodotta lucida e razionale. Lo spazio è definito da linee ben progettate che ritraggono il quotidiano. La sua operazione creativa, che si ispira a Eugenio Montale, tende quasi a isolare dettagli degli oggetti che ci circondano, dando maggiore risalto, così, alla loro funzione. Proprio sottraendo alla vista parte del contesto dell’opera di Stefano, emergono emozioni e sensazioni.

La vena nostalgica che permea le opere di Valerio, conferisce un romanticismo che si allaccia perfettamente alle espressioni della sua arte. Le narrazioni urbane sono poetiche, il pennello scorre vorticoso, il colore si frantuma, si trascina danzando sul foglio, fino quasi a polverizzarsi davanti agli occhi, riprendendo ed esaltando la linea acquarellata del paesaggismo romano. L’interpolazione dell’elemento multimediale, in questo delicato volteggiare, invece, sorprende e dona estrema contemporaneità.

Nelle opere esposte, ciascun soggetto interpretato – che sia essere umano o scorcio cittadino – è certo una storia del tempo che viviamo, tra quotidiano e multimediale, tra concretezza e pixel. Sia Stefano che Valerio, con i loro linguaggi, raccontano una loro visione del mondo, in cui poesia e realtà si fondono per instillare nello spettatore la speranza di plasmare la propria realtà con incantevole maneggevolezza.

E quale luogo migliore per raccontare tutto questo se non la deliziosa IkiGai Art Gallery? Un minuscolo cantuccio di bellezza nato nel 2019 che resiste alle difficoltà del nostro periodo come baluardo di speranza per tutti coloro che credono fortemente che ‘la bellezza salverà il mondo’. 

La mission della Galleria, e del suo direttore, è quella di far avvicinare il pubblico all’arte, senza distinzione di età. In un mondo che corre veloce che mira a nutrire solo il corpo. E’ invece creatività e nutrimento per anima e mente. Incatenando lo sguardo alle pennellate dell’artista, immaginando la mano che le ha eseguite, insegna a soffermarsi sul presente. Prestare attenzione, osservare, radica l’essere umano e gli lascia intravedere una strada per essere felice.  

Non è forse questo il reale scopo per cui siamo venuti al mondo? Ikigai è il termine giapponese per “ragione di vivere”. È un invito a cercare quella cosa per cui valga la pena alzarsi al mattino.  

L’IkiGai Art Gallery auspica che, visitando la mostra, chi ama l’arte si possa perdere in una sorta di ‘giardino incantato’ allontanandosi da tanti affanni quotidiani: ciascuno potrebbe spingersi a ricercare la propria ragione di esistere e vivere, cosi, all’insegna del proprio magico Ikigai.  

La Galleria si trova in via Sirte 39, a questo articolo ha collaborato lAlessia Ferraro e la mostra – ingresso libero – è visitabile sino al 7 gennaio prossimo. 

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