IL 9 MAGGIO, GIORNO DELLA MEMORIA DELLE VITTIME DEL TERRORISMO

di Danilo Melandri

 Su iniziativa della Socia onoraria Aiviter Sabina Rossa figlia del sindacalista Guido Rossa ucciso dalle Brigate Rosse a Genova il 24 gennaio 1979, il Parlamento Italiano nel 2007 con la legge n. 56, ha istituito il 9 maggio quale Giorno della Memoria dedicato alle Vittime del terrorismo e delle stragi di tali matrice.
              Un anno dopo il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dato particolare rilievo alla ricorrenza ricevendo al Quirinale, per la prima volta le famiglie delle vittime e da allora ogni anno alla stessa data a Roma si è svolta tale commemorazione.
                La giornata nazionale della memoria il 9 maggio di ogni anno è l’occasione per accomunare tutte le vittime del terrorismo e dell’eversione sia in Italia sia all’Estero in una riflessione che, partendo dalla memoria, sia di sprone educativo e formativo per le nuove generazioni.

               Pur nell’impossibilità di promuovere la consueta locale manifestazione pubblica in memoria delle vittime del terrorismo, il Comune di Torino ha voluto comunque anche quest’anno meritoriamente commemorare seppur a distanza, per le note gravissime problematiche sanitarie, le tante innocenti vittime di quei tragici eventi affinché con la riflessione e analisi storica la comunità e le giovani generazioni possano conoscere, ricordare alcune delle pagine più buie e tragiche della nostra storia recente.

            Ricordiamo i tristi numeri delle vittime del terrorismo interno.
Complessivamente, in tutto il Paese, nel periodo 1969-2003, per atti di terrorismo interno sono stati 360 morti di cui 156 per stragi (Piazza Fontana 1969, Italicus e Piazza della loggia Brescia 1974, Strage di Bologna nel 1980, 26 caduti del Rapido 904 nel 1984) e oltre 200 per attentati individuali e plurimi, migliaia i feriti invalidati, innumerevoli gli attentati violenti dimostrativi.
Nel triste consuntivo gli episodi mortali per attentati individuali sono stati più numerosi rispetto alle stragi. Si è trattato di attentati mirati -che richiedevano numerosi complici, grande preparazione organizzativa e appoggi logistici- eseguiti in gran parte dal Terrorismo della sinistra eversiva, le cui principali organizzazioni furono le Brigate Rosse e Prima Linea .
Nella sola Torino in sette anni, tra il 1975 e il 1982, per attentati terroristici furono uccise 19 persone e oltre 70 furono le vittime di tentati omicidi, ferite nel corpo e nell’anima che ebbero la vita pesantemente segnata, così come tutti i familiari di uccisi e feriti. In tutto il Piemonte nel periodo vi furono 22 caduti.

L’elenco dei caduti di terrorismo che ha causato la morte di tanti nostri connazionali non si è però esaurito con gli Anni di Piombo in Italia. All’inizio del 2000 fece la sua lugubre apparizione l’organizzazione terroristica Al Qaida di Osama Bil Laden che causò l’apocalittico attentato alle Due Torri gemelle l’11 settembre 2001 a New York. Da allora l’Occidente e l’umanità intera hanno dovuto fronteggiare il flagello del terrorismo di matrice terrorista islamica alimentato dal fanatismo religioso e concretizzatosi in feroci ed inumani omicidi, prima con la stessa Al Quaida poi con l’ancor più sanguinario ISIS .
Se il nostro Paese, a differenza di gran parte d’Europa, non ha sperimentato sul proprio territorio simili attacchi, ha dato comunque il suo tragico contributo, con lo spargimento del sangue innocente di molti nostri Connazionali caduti rimasti vittime di barbari attentati terroristici all’Estero. Ed ancora una volta il Piemonte anche per questo terrorismo ha pagato un pesante tributo di sangue con l’uccisione di 7 nostri Corregionali e i gravissimi ferimenti di altri.

Mai dare per scontato chi è morto per terrorismo , come avvenuto negli anni di piombo per la difesa della libertà in Italia. E ancora chi è caduto per terrorismo all’Estero vittima di una assurda guerra di religione con l’obiettivo di annientare e distruggere ogni civiltà.
Occorre conservare il ricordo con la consapevolezza che riconoscendo il sacrificio delle vittime é non solo un impegno di civiltà, ma anche una salvaguardia per il futuro. E’ necessario diffondere la conoscenza e fare in modo che in particolare le giovani generazioni facciano tesoro di quelle tragiche esperienze e siano create le premesse affinché avvenimenti così tragici non abbiano più a ripetersi.
Non possiamo e NON dobbiamo permettere che il futuro venga ipotecato dalle azioni terroristiche ed eversive con il prevalere delle organizzazioni tiranniche che esse propugnano.
Per AIVITER
Il Presidente
Roberto Carlo Della Rocca Torino, 9 maggio 2020

In questo giorno dedicato alla commemorazione delle vittime del terrorismo , scrive Giovanni Berardi Presidente ASEVIT ( ASSOCIAZIONE EUROPEA VITTIME TERRORISMO), abbiamo il dovere di commemorare la strage del 2 agosto 1980 a Bologna,,che costo la vita a 85 tra uomini, donne e bambini e oltre 200 feriti, che è tra le pagine più nere e più sanguinose che la nostra Repubblica; ha dovuto subire e   l’amarezza e il dolore, infatti, sono ancora oggi intatti, per la Verità e la Giustizia che ancora devono vedere il loro giusto compimento.
              Con le vittime di Bologna è doveroso rendere onore alla memoria di tutte le altre vittime del terrorismo, di ogni tempo e di ogni luogo, che il nostro Paese ha dovuto piangere e oggi il nostro particolare ricordo va alle vittime torinesi, delle quali quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario, cioè:
– Al Capitano Ferdinando Bignardi, vittima di un attentato palestinese a Nairobi, – Al Carabiniere Giuseppe Pisciuneri, partito dalla natia Calabria, fu prima nell’Arma a Torino e poi agente della Mondialpol: fu abbattuto da una banda di criminali che volevano rapinarlo della pistola e questo gli costò la vita, spenta senza pietà con la sua stessa arma dai suoi assassini, che dopo aver assalito il gabbiotto dove prestava servizio, fu immobilizzato con altri colleghi e, dopo che gli stessi terroristi portarono a termine l’attentato, senza scrupoli spararono contro due inermi vittime che avevano già immobilizzate, uccidendo vilmente Carlo Ala e ferendo gravemente Giovanni Pegorin.
La stessa Libertà alla quale, in questi giorni particolarmente critici, abbiamo dovuto giustamente e in parte rinunciare, questa se pur parziale ,la consapevole privazione forse ha fatto riflettere e apprezzare ancora di più e ancora più forte il suo incommensurabile e insostituibile valore, a gran parte della Comunità Nazionale,la stessa comunità nazionale, ha potuto ,provare e riflettere su quanto essa sia difficile e fondamentale da proteggere e come essa sia fondamentale per la nostra vita e la nostra dignità Nazionale

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