In Sardegna il Corpo Militare CRI partecipa alla grande celebrazione storica a S. Efisio
di Danilo Melandri
La Sardegna affida la sua protezione a Sant’Efisio, martire guerriero, che 364 anni fa salvò il popolo isolano, così narra la tradizione religiosa, dalla peste. Si tratta di una delle più importanti ed antiche processioni religiose italiane (65 Km percorsi a piedi in 4 giorni). La più grande del Mediterraneo. Nel tempo della pandemia in molti ritenevano che sarebbe stato impossibile sciogliere il voto al Santo, per i tanti limiti imposti dai decreti del governo in materia di sicurezza sanitaria. Si è pensato di rimandare l’evento per la prima volta nella storia, ma neanche durante la seconda guerra mondiale è mai stata sospesa. Nel 1943, la processione si svolse tra le macerie di una Cagliari devastata dai bombardamenti e il simulacro del Santo girò per le vie del capoluogo isolano su un furgone del latte, seguito da pochi fedeli.
Quest’anno, anno della pandemia, a portare il simulacro del martire è stata scelta la Croce Rossa Italiana, un riconoscimento per il suo operato in questi difficili mesi.
Il trasporto della statua di Sant’Efisio verso la chiesa di Nora, luogo dove si scioglie il voto, è avvenuto su un mezzo del Corpo Militare Volontario della Croce Rossa Italiana, appositamente modificato per portare la teca contenente il simulacro del protettore della Sardegna.
I sardi, con grande emozione, hanno seguito il viaggio del Santo da Cagliari a Nora grazie alle dirette delle televisioni e dello streaming via web. Rimarrà nella memoria dei milioni di spettatori, l’Amarok del Corpo Militare della CRI che trasporta la delicata teca con il Santo.
Giancarlo Sanna, presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone, custodi delle celebrazioni al Santo, commosso ha ringraziato chi ha reso possibile anche quest’anno lo scioglimento del voto: “Il Santo renderà loro il merito”. Una grande impresa che resterà nella storia dell’Isola, della Croce Rossa Italiana e del suo Corpo Militare Volontario.
