Il Calbrone asiatico gigante mette in pericolo la produzione del miele e pure le persone

Il super calabrone asiatico sta vanzando in Toscana ed è pure in grado di mettere in pericolo la produzione di miele La Vespa velutina arriva dall’estremo oriente ed è pericolosa per la popolazione di api. In certe zone è talmente diffusa da essere considerata stanziale

di Danilo Melandri

Non è una vita facile, se sei un’ape operaia. Ci sono larve da nutrire, fiori di ogni genere da esplorare, polline da raccogliere e da trasportare all’arnia o al nido. E, intorno, predatori di ogni sorta (animali insettivori, ragni e soprattutto calabroni come il nostrano Vespa crabro) tentano in qualsiasi modo di accedere all’alveare. Attacchi feroci ma che, grazie all’evoluzione, un’ape sa come respingere, usando strategie basate sul lavoro di squadra. Poi però, un giorno, arriva dall’estremo Oriente un nuovo tipo di predatore, un calabrone più veloce e aggressivo: e le strategie di difesa, a quel punto, non funzionano più.

È quanto sta accadendo alle api che vivono nel nord-ovest della Toscana, dove le segnalazioni della presenza del calabrone asiatico Vespa velutina si stanno moltiplicando al punto che, nella provincia di Massa-Carrara così come in quella ligure di La Spezia, l’insetto è ormai ritenuto vivere in maniera stanziale. Il super-calabrone, originario dell’Asia sud-orientale, è sbarcato in Francia nel 2004, probabilmente nascosto all’interno di container provenienti dalla Cina.

Muovendosi a una velocità stimata di circa 100 chilometri all’anno si è poi diffuso a macchia d’olio raggiungendo (oltre a Spagna, Portogallo e Germania) la provincia di Imperia, dove è segnalato dal 2012 e dove molte api, come già avviene nelle zone-epicentro situate in Francia, non escono più dall’alveare, causando riduzioni fino al 50% della produzione di miele. In Toscana, fin dal 2018 e più frequentemente dalla scorsa estate, sono giunte segnalazioni della presenza del predatore sia dalla Versilia (Pietrasanta), sia dall’area apuana (Seravezza), sia soprattutto dalla Lunigiana, dove gli apicoltori – pur non riscontrando ad ora diminuzioni della produzione degli alveari – sottolineano il rischio che corre il miele locale, che ha ricevuto la prima denominazione di origine (DOP) in Italia.


Sulla pericolosità di punture da questi ‘piccoli’ insetti molto si sente sui giornali: un’ultima segnalazione viene da Napoi dove, nei giorni scorsi (siamo al 12 settembre) ci sarebbe stata una invasione di calabroni asiatici. Un ragazzo punto sarebbe finito al Pronto Soccorso. Quersti calabroni sono simili a grandi vespe. I grossi insetti di colore marrone-rosso, con fascia gialla sull’addome, sono stati segnalati in diverse zone del centro storico.


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