RECENSIONE THE WHALE

di Samuele Lupi

Straziante, disturbante e commovente, The Whale. Il nuovo film diretto da Darren Aronofsky e presentato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia. 

Charlie è un insegnante di letteratura. Insegna online. Rispetto agli studenti, la sua telecamera è spenta. Un mistero irrisolto. È un uomo obeso. Abita in una piccola casa che, nonostante viva da solo, gli sta stretta, viste le sue dimensioni corporee. Un appartamento sporco e poco illuminato che sembra una tana, in cui il protagonista vive la sua solitudine, accompagnato solo da sofferenza e sensi di colpa. La location non cambia mai, è claustrofobica, senza scene in esterna. Una sfida vinta, che dà un maggiore senso di immersività. 

Charlie ha una figlia e una moglie, che ha abbandonato in preda alla passione per Alan, un uomo venuto ormai a mancare. Liz, infermiera e sorella di quest’ultimo, è l’unica che lo assiste, viste le sue gravi condizioni fisiche e motorie. Gli unici altri personaggi che vediamo sono la figlia Ellie, una ragazza ribelle interpretata da Sadie Sink, con cui vorrebbe recuperare un rapporto, trovando però un muro di rabbia generato dal suo abbandono, la moglie Mary, e Thomas, un ragazzo scappato di casa che si finge un missionario per un disperato bisogno di aiutare gli altri. 

Un po’ come Aronofsky aveva fatto con Requiem for a Dream, il filo rosso che li lega tra loro è uno stato di dipendenza e antidipendenza, da quello affettivo, all’abuso di alcol, a quella di accudimento fino a un’alimentazione disfunzionale. 

Charlie si strafoga di enormi quantità di cibo, in maniera raccapricciante e volta alla punizione di sé stesso. 

Sono tante le tematiche toccate, dall’obesità alle dipendenze, dall’omosessualità fino a degli strascichi di retorica cattolica. Nonostante ciò, il film, grazie a un’ottima scrittura, non costituisce un’ “accozzaglia” contenutistica, ma inserisce ogni argomentazione in modo coerente e funzionale. 

The Whale, che in italiano significa La balena, ha un duplice significato. Il protagonista infatti, nei momenti in cui si sente mancare, si fa leggere o legge maniacalmente il suo tema preferito su Moby Dick. La grossa balena ingiustamente incompresa e la spietata caccia del capitano Achab. Charlie incarna entrambi. Si dà la caccia. Fisicamente è la balena bianca, ma la sua psiche vuole sopprimere il corpo in cui risiede. 

Brendan Fraser, nei panni di Charlie, regala un’interpretazione magistrale, impeccabile e senza sbavature, per cui è stato candidato agli Oscar 2023 come miglior attore protagonista.

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