OSCAR 2023, TUTTI I VINCITORI E GLI SCONFITTI
di Samuele Lupi
Circa un paio d’ore prima dell’alba italiana, si è conclusa la novantacinquesima edizione degli Oscar. La cerimonia si è svolta al Dolby Theatre di Los Angeles ed è stata condotta da Jimmy Kimmel.
Dopo l’inevitabile fiume di vanità che ha scorso sul red carpet, fatto di abiti sfarzosi ed elaborate acconciature, accompagnate da interviste che in certi momenti toccano la soglia del ridicolo per la poca attinenza a quello che dovrebbe essere lo spirito dell’evento, si passa alla premiazione. Jimmy Kimmel è tutto sommato promosso, nonostante l’iniziale ironia sulla questione “Will Smith”, che l’anno scorso è stata al centro di varie proteste. Battute comunque sia fuori luogo e guidate da un’incoerenza di fondo, dal momento in cui, se avessero voluto condannare l’accaduto, avrebbero potuto ritirare il premio dell’attore statunitense direttamente la scorsa edizione. Ormai è tardi.
Tutti i cinefili hanno però tirato un respiro di sollievo nel sapere che la cerimonia avrebbe incluso anche quelle otto categorie che l’anno scorso erano state escluse dall’evento, come vittime sacrificali a favore di un maggior numero di inserzioni pubblicitarie, che avevano occupato il 20% della diretta. Fortunatamente questi premi tecnici sono stati reintrodotti all’interno di essa.
Everything Everywhere all at once è il vincitore assoluto, con ben sette premi Oscar. Infatti i riconoscimenti sono stati quelli per miglior film, miglior regia a Daniel Kwan e Daniel Scheinert, migliore attrice protagonista a Michelle Yeoh, miglior sceneggiatura originale, miglior montaggio e i due premi a miglior attore e attrice non protagonista a Ke Huy Quan e Jamie Lee Curtis. Per quanto sia un bel film, nonostante abbia lasciato molti spettatori perplessi, sette riconoscimenti appaiono davvero eccessivi. Sembra che l’Academy abbia voluto strizzare l’occhio agli asiatici dopo essere stati esclusi in molte occasioni dalle nominations, escluso Parasite nel 2020. Una scelta discutibile, soprattutto vista la totale mancata assegnazione di premi a titoli come The Fabelmans, Gli spiriti dell’isola, candidati come miglior film, oltre a Tàr, Triangle of Sadness ed Elvis, ugualmente candidati.
Solo un premio come migliori effetti speciali va ad Avatar – La via dell’acqua, così come quello per il miglior sonoro a Top Gun: Maverick e per la migliore sceneggiatura non originale a Women Talking. A bocca asciutta anche Babylon e Blonde.
L’unico film che prova tener testa al tanto elogiato lungometraggio è Niente di nuovo sul fronte occidentale, disponibile su Netflix, anch’esso potenziale vincitore come miglior film, oltre ad altre otto nominations. Il film tedesco di Edward Berger porta a casa ben quattro Oscar. Infatti, vince come miglior film internazionale, miglior fotografia, miglior scenografia e migliore colonna sonora originale. Invece, la migliore canzone originale la vince “Naatu Naatu” del film “RRR”.
The Whale, commovente film di Aronofsky, vince il meritatissimo premio come miglior attore protagonista a Brendan Fraser, oltre che quello per il miglior trucco e acconciatura, altrettanto meritato. I migliori costumi vanno, invece, a Black Panter: Wakanda Forever.
Per quanto riguarda l’animazione, a vincere come miglior film è Pinocchio del grande Guillermo del Toro, disponibile su Netflix. Mentre, come miglior corto animato vince Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo.
A proposito di cortometraggio, era l’unico premio in cui il nostro Bel Paese era in ballo, con Le pupille di Alice Rohrwacher, purtroppo sorpassata da An Irish Goodbye. Navalny vince come miglior documentario.
Per concludere, una notte, la più importanti per gli amanti del cinema, dalle mille emozioni e sorprese. Non tutto è andato come molti si aspettavano e alcune scelte sono sembrate il tentativo dell’Academy di ripulirsi la coscienza da alcune scelte passate. Adesso non resta che attendere un altro lunghissimo anno per la prossima edizione.