La superstizione, alti e bassi ma il tempo passa, e rimane sempre di moda
di Maria Vittoria Cocozza
7 gennaio 2023
Esistono da sempre tante superstizioni tradizionali, come il cornetto rosso, che porterebbe “bene” o lo specchio rotto che, al contrario, potrebbe forse portare qualche disgrazia… come pure come il dover passare sotto una scala appoggiata a un muro… oppure un barattolino di sale ribaltato sulla tavola, e via dicendo… E che dire poi di un gatto nero che improvvisamente ci taglia la strada? Ed esistono poi anche le superstizioni più intime, quelle spesso non confessate: il colore fortunato da indossare per il giorno di una verifica, le scarpe per un primo appuntamento e così via.
Gli italiani, infatti sono anche un popolo molto scaramantico e superstizioso ma, ma a quanto pare la pandemia di un covid che sembra ormai ormai placato potrebbe anche avere aumentato tutto ciò. Che gli italiani siano da sempre “sensibili” alle influenze della cattiva sorte non è certo una novità, ma non è neppure detto che lo siano poi così tanto come lo si racconta…
Abbiamo analizzato un sondaggio condotto dalla Swg, le persone superstiziose in Italia sarebbero circa il 40%, di cui solo il 5% confessa di esserlo sempre, e non solo in determinati contesti.
La gamma di argomenti trattati dagli intervistati è vasta: si va dai riti porta fortuna fino ad arrivare alle sedute di maghi, veggenti e chiromanti. Sempre secondo il sondaggio, tanti anni fa era circa il 35% degli italiani a credere nella sfortuna, ma che poi è salito a poco meno della metà nel 2021, e magari potrebbe essere stato accelerato proprio dalla pandemia ormai trascorsa
La domanda sorge spontanea: in che modo la pandemia potrebbe avere influenzato la scaramanzia degli italiani? Ebbene, si potrebbe trattare di “una tensione e una ricerca verso modelli di spiegazione della realtà e di gestione della propria vita.”
La superstizione, dunque, ha a che fare con le condizioni di maggiore incertezza e dubbio, e la condotta superstiziosa la si mette in atto perché potrebbe essere anche rassicurante. Un po’ come il ruolo che ha avuto la religione per gli antichi: dare spiegazioni e rassicurare. È un meccanismo non patologico che, bene o male, riguarda tutti. In situazioni di grande tensione e instabilità, infatti, potrebbe automaticamente scatenarsi pure meccanismi per cui si cerca una protezione anche in cose o metodi non razionali o usuali.
Nel caso del Covid, avremmo sperimentato una delle più grandi incertezze della nostra vita. La gente, preoccupata per un aspetto chiave della persona, la salute, potrebbe avermagari avere fatto ricorso a meccanismi superstiziosi, in quanto rassicuranti e poco costosi. Prima della pandemia, stando ad alcuni dati della Codacons, erano già oltre trentamila gli italiani che, ogni giorno, si rivolgevano, per un consulto, a maghi, astrologi e veggenti. Spesso si cercano risposte altrove, soprattutto di fronte a un problema “inaspettato”. Dal talismano come ciondolo di una collana, un cornetto nella borsa e, chi lo sa, un santino nel portafoglio.
Questo è quanto accennato dalla prof. Anna Maria Giannini, docente di psicologia all’ateneo romano Sapienza, che continua: “molti sono superstiziosi, ma tanti possono diventarlo.” Non c’è quindi una correlazione con età o genere, ma il tutto dipende dalla fragilità emotiva di chi paventa di potersi trovare a subire qualche influsso non proprio gradito. La superstizione, in quanto rassicurante, fa stare meglio, non è nociva. Se troppo rigida, però, potrebbe anche diventare un ostacolo alla flessibilità di pensiero e un problema. La superstizione, infatti, potrebbe diventare patologica se dovesse arrivare a condizionare la vita delle persone. Potremmo rifarci a un esempio : “quando, se non faccio un determinato rito prima di valicare la soglia di casa, potrei anche convincermi che quello posta cambiare il corso della mia giornata, e mi rende insicuro.”
Comunque, se non si supera questo limite, allora la superstizione non può essere nefasta. Accade a tutti di credere al gatto nero o al pane mal posizionato in tavola potrebbe portare male ma, a fare la differenza sono principalmente, saranno sempre il carattere di una persona, le storie personali, il benessere o, infine, anche il retaggio culturale. Come scriveva Voltaire: “la superstizione sta alla religione come l’astrologia sta alla astronomia : la figlia pazza di una madre prudente”