recensione SKAM

di Samuele Lupi

Skam Italia, la serie appartenente a Skam, che nasce come webserie drammatica norvegese e che successivamente si è estesa, dando vita a un franchise che include, oltre alle varie opere teatrali e serie di libri, anche sette remake in altrettante diverse nazioni.

La versione italiana affronta le dinamiche di un gruppo di liceali romani, pronti a far fronte alle diverse difficoltà adolescenziali.

Il successo riscontrato dal prodotto è dovuto al realismo della narrazione, che lascia agli stessi adolescenti la possibilità di raccontare la complessità del loro mondo, evitando rappresentazioni drammatiche spesso forzate tipiche del genere, ma sottolineando problematiche più o meno comuni in modo verosimile.

Skam è la rappresentazione della gioventù non compresa dagli adulti, come si evince dall’intreccio, in cui, spesso, gli individui più “maturi” sembrano essere estranei rispetto a un’adolescenza ormai lontana.

Cinque stagioni curate da due diversi registi, Ludovico Bessegato e Ludovico Di Martino, che riescono a sondare in modo molto semplice gli stati d’animo dei personaggi, evitando particolari tecnicismi non necessari, ma non osando nemmeno un po’, probabilmente per ragioni stilistiche.

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