RECENSIONE AVATAR – LA VIA DELL’ACQUA

di Samuele Lupi

Ci sono voluti tredici anni di attesa per poter vedere Avatar 2. Il quesito è se ne sia valsa o meno la pena.

Dopo il primo film uscito nel 2009, che ha rivoluzionato in modo originale il genere della fantascienza, James Cameron torna con il forse inevitabilmente troppo atteso sequel.

Avatar – La via dell’acqua è un gran bel film. Perlomeno lo è tecnicamente, con tutte le caratteristiche di un grande kolossal: dall’ottima regia, all’impeccabile uso degli effetti speciali, una colonna sonora da brividi e una produzione audio che, rimanendo in tema, sembra provenire da un altro pianeta. Il tutto miscelato in tre dimensioni.

La trama, invece, pur non essendo male, aggiunge poco di originale a un film che lo era già “troppo”. Le uniche novità sono la centralità del tema della famiglia, probabilmente con dinamiche troppo umanizzate ma passabili visto la vera natura del protagonista Jake Sully, e l’interessante passaggio dall’ambiente della foresta a un ecosistema marino.

Quel che più minaccia il successo del film, non di certo da un punto di vista economico ma della componente più intrinseca dell’opera in quanto tale, è forse dover fare i conti con la magia del primo capitolo e il suo essere così “alieno”. Infatti, l’innovazione del primo film rispetto a tutto il cinema fantascientifico precedente era, su tutti i fronti, superiore alle innovazioni che il secondo ha sul primo. Nonostante si vedano i tredici anni di avanzamento tecnologico cinematografico, che nel nuovo millennio, per usare un eufemismo, non sono assolutamente pochi, tutte quelle componenti sopra citate del grande Kolossal, 3D compreso, erano già presenti più di una decade fa.

Con questa seconda parte, dunque, Avatar si conferma un vero spettacolo per gli occhi, in cui l’esperienza cinematografica in quanto tecnica-visiva ruba senza difficoltà la centralità alla narrativa.

Sarà un film che rimarrà nella storia del grande schermo come ha fatto quello precedente o la sua funzionalità si ridurrà a una mera spinta verso i già annunciati successivi capitoli per poi essere dimenticato?

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